Pacefuturo consegna la Sciarpa della Pace a Reinhold Messner

Pacefuturo consegna la Sciarpa della Pace a Reinhold Messner

Giovedì 29 novembre a Cuneo, Reinhold Messner ha raccontato la storia dell’Alpinismo internazionale e della sua “settima vita” dedicata alla valorizzazione, promozione e studio del rapporto tra uomo e Montagna.

Invitato da Nuovi Mondi Festival, il Festival di Montagna più piccolo del mondo realizzato nel Comune di Valloriate in Valle Stura (100 abitanti), Reinhold Messner ha ricevuto dalle mani del nostro tessitore Bakary Diarra la nostra Sciarpa della Pace, realizzata con la lana delle pecore sambucane, allevate proprio in Valle Stura.

Pacefuturo è stata invitata dal presidente dell’Unione Montana Valle Stura Emanuel Loris e dagli organizzatori del Festival Silvia Bongiovanni e Fabio Gianotti dell’associazione Kosmoki.

Alcune riflessioni di Messner sul rapporto uomo e Montagna che vogliamo condividere con voi.

«Oggi amo definirmi montanaro più che alpinista, vivo in montagna, sono riuscito a dare a una cinquantina di persone lavoro attraverso dei vecchi masi che ho ristrutturato – ha aggiunto -.

Si produce sul maso e i prodotti arrivano direttamente nel piatto del turista. La montagna ha bisogno che turismo e agricoltura collaborino. Resta il problema dei servizi, e la politica non aiuta». 

E ancora: «La montagna è un fatto culturale e non politico. Dagli anni ’80 mi occupo di come poter sopravvivere nelle terre alte, e penso che la tutela non sta nel chiudere le montagna, ma nel tener vivo il territorio dove la gente lavora da secoli. Oggi purtroppo sempre più popoli montanari tentano di sopravvivere in un mondo stretto, dove spesso è la cultura della città a dettar le regole. Non abbiamo bisogno di gente che venga a occupare il nostro territorio, ma di gente che ci viva e lavori tutto l’anno».  

«Le speranze ci sono ancora. Bisogna, però, superare la cultura della città al momento vincente e recuperare la cultura della montagna che, purtroppo, è parzialmente andata persa.

La chiave è rappresentata dalla somma di turismo e agricoltura. Con i prodotti venduti o cucinati sul posto, perché se li vuoi mettere sul mercato e commerciare attraverso i canali classici hai già perso in partenza».